venerdì 9 settembre 2011

E usalo quel paraluce!

Torino sta diventando una città turistica, mi piacciono le città turistiche. Puoi andare in giro per il centro storico a caccia di buone occasioni fotografiche senza che nessuno o quasi faccia troppo caso a te. Anche se piazzi un voluminoso cavalletto nel mezzo di una delle piazze più rinomate. Anche la polizia municipale diventa meno invadente con i fotografi nelle città turistiche. Figuratevi che di recente un vigile urbano, mentre fotografavo in piazza San Carlo si é avvicinato e, sorpresa, mi ha chiesto se la sua macchina di servizio parcheggiata poco distante mi stesse dando fastidio.

Sono rimasto basito.

Ora, questo succede perché le città turistiche sono piene di fotografi, più o meno attrezzati, più o meno bravi.

Come tutti i fotografi, tendo a notare chi attorno a me sta, a vario titolo, facendo fotografie. C'é un genere di fotografi che attraggono immancabilmente la mia attenzione.

Quelli del paraluce montato al contrario.

Intendo innestato al contrario sulla baionetta. In posizione, per così dire, di riposo.

Osservateli, usano il paraluce forse solamente quando c'é un sole che spacca le proverbiali pietre. Se non é una di quelle giornate che ti fanno venire voglia di usare due paia di occhiali da sole, il paraluce rimane bello parcheggiato al contrario.

Osservateli meglio: le loro ottiche hanno sempre, immancabilmente, un filtro UV avvitato. Quello lo usano sempre.

IL PARALUCE SI USA SEMPRE!

E per due buoni motivi.

Indipendentemente dalla quantità e direzionalità della luce ambiente, la nostra fotocamera usa sempre la quantità di luce necessaria per esporre correttamente una foto. Che stiate fotografando a mezzanotte in luce lunare, iso quel che vi pare, F tutto aperto, posa B; oppure a mezzogiorno, iso che più basso non si può, F tutto chiuso, 1/8000 di secondo: se la foto viene ben esposta, la quantità di luce che arriva al sensore é più o meno la stessa.

Ma la luce che entra nell'ottica é più di quella utile che arriva al sensore per formare la nostra immagine.

Si perche' l'ottica ha un suo determinato angolo di campo, che determina un cono di spazio davanti alla fotocamera. Tutti i raggi di luce incidenti sull'ottica, con un angolo minore dell'angolo massimo determinato dall'angolo di campo, formano l'immagine. E gli altri? Rompono le ...

E si, mica spariscono annichilati dal noto principio fisico secondo cui tutto quello che non contribuisce alla foto deve togliersi di mezzo.

Altrimenti le suddette città turistiche piene di gente che ti si piazza per mezz'ora davanti al monumento che stai fotografando diventerebbero oggetto di misteriose sparizioni di massa, e questo non succede.

Tornando ai raggi luminosi che non formano l'Immagine, cosa fanno?

Notate che non é una quantità di luce trascurabile. Supponiamo di fotografare con un obiettivo con angolo di campo di una decina di gradi. Sulla lente frontale incide luce proveniente da ogni direzione nel semipiano davanti all'ottica. Sono 180 gradi, di cui 10 ci interessano. E gli altri 170?

Un po' di raggi vengono riflessi, ma la maggior parte di loro entra. Non servono pero' a formare l'immagine: si riflettono all'interno dell'ottica, si diffondono, diffrangono, rimbalzano sul diaframma, tornano indietro. I più bravi vengono assorbiti dal rivestimento nero interno all'ottica. I più indisciplinati alla fine arriveranno sul sensore, come accozzaglia di raggi di luce senza un senso, pronti a dare riflessi, flare ed un generale abbassamento del contrasto e della qualità della nostra immagine.

Senza il paraluce entrano nell'ottica tutti i raggi di luce, anche quelli "cattivi", in rosso, che arrivano da fuori del cono di luce creato dal nostro angolo di campo.


I vari trattamenti antiriflesso delle lenti aiutano, e molto, ma l'unico modo per evitare questi raggi é fermarli prima che entrino nella lente. A questo serve quel pezzo di plastica avvitato sulla baionetta. Li ferma prima che arrivino a rompere.

E non é che serve solo nelle giornate di sole, anche nelle giornate con luce diffusa c'é luce proveniente da tutte le direzioni.

Il paraluce ferma i raggi di luce "cattivi" prima che entrino a far casino.

Per giunta il nostro fotografo ha avvitato un filtro UV, aggiungendo due superfici aria vetro, spesso senza un buon trattamento anti riflesso, sommando danno al danno. E perché lo ha fatto? Per proteggere la lente frontale da polvere e urti.

Ora: la polvere; se non fotografate in spiaggia o in una tempesta di sabbia, un po' di polvere non incide sulla qualità della foto. E le lenti si possono pulire, basta sapere come fare. Quel cavolo di filtro invece spesso incide eccome.

E per proteggere l'ottica? Questa é la seconda funzione di un paraluce. Difficile che qualcuno o noi stessi possiamo urtare la lente frontale se é ben incassata in un paraluce. Il paraluce e' un ottimo paraurti.

Aggiungo che, se la dimensione della borsa lo permette, é il caso di lasciare il paraluce sempre avvitato in posizione di utilizzo. Se inavvertitamente riponiamo l'attrezzatura senza il tappo dell'ottica, il paraluce ci eviterà di abradere la lente con la cordura del rivestimento interno della borsa.

Il filtro invece si usa quando veramente le condizioni lo richiedono. E non sono molte.

E allora usalo quel paraluce, che ti costa?